Guantánamo Bay
Vorrei attirare la vostra attenzione su questo argomento pubblicando un comunicato stampa diffuso da Amnesty International:
Vorrei attirare la vostra attenzione su questo argomento pubblicando un comunicato stampa diffuso da Amnesty International:
CS04-2008: 08/01/2008 Guantánamo, 11 gennaio 2002 – 11 gennaio 2008: Amnesty International rilancia la campagna per la chiusura del centro di detenzione e la fine delle detenzioni illegali.
Venerdì a Roma iniziativa di fronte all’Ambasciata Usa, eventi in altre città italiane.
Venerdì 11 gennaio ricorrerà il sesto anniversario dell’apertura di uno dei centri di detenzione più tristemente famosi del mondo, diventato il simbolo delle violazioni dei diritti umani nel contesto della “guerra al terrore”: Guantánamo Bay.
L’impegno di Amnesty International, negli ultimi cinque anni, ha ottenuto risultati importanti: centinaia di prigionieri rilasciati, prese di posizione dei principali organismi internazionali, di leader politici e di molti governi per la chiusura del centro di detenzione. All’interno della stessa amministrazione Usa e nella campagna elettorale per le presidenziali, il tema sta acquisendo grande importanza.
Tutto questo, tuttavia, non basta: Amnesty International proseguirà la sua campagna “Chiudere Guántanamo, ora!” fino a quando il centro di detenzione non verrà chiuso e i prigionieri non verranno sottoposti a un processo regolare oppure rilasciati, per porre fine a queste e a tutte le altre detenzioni illegali nel contesto della “guerra al terrore”.
Con questi obiettivi, venerdì 11 Amnesty International organizza una manifestazione di fronte all’Ambasciata Usa di Roma, in via Veneto, con inizio alle ore 11. Altre iniziative si svolgeranno in altre città, tra cui Ancona, Bologna, Firenze, Foggia, Milano, Palermo e Sassari.
Fatti e cifre su Guantánamo
Nei primi cinque anni di attività, a Guantánamo sono stati trasferiti 780 prigionieri, catturati in oltre 10 paesi diversi. Un’analisi condotta sui casi di circa 500 detenuti ha mostrato che soltanto il 5% di loro è stato preso direttamente dalle forze statunitensi; l’85% è stato catturato dalle forze dell’Alleanza del Nord in Pakistan e in Afghanistan e trasferito sotto custodia statunitense, spesso in cambio di qualche migliaio di dollari.
Alla fine del dicembre 2007, a fronte di circa 500 rilasci, 277 detenuti di 30 diverse nazionalità si trovavano ancora a Guantánamo senza accusa né processo.
Circa l’80% di questi prigionieri sono stati detenuti in isolamento nei Campi 5, 6 e nel Campo Echo. Il Campo 6, di più recente costruzione, è designato per ospitare 178 detenuti ed è l’area in cui le condizioni di detenzione sono più dure. I detenuti rimangono in isolamento per almeno 22 ore al giorno in celle individuali prive di finestre. Almeno quattro detenuti si sarebbero suicidati. Molti altri avrebbero tentato di togliersi la vita.
Soltanto uno dei detenuti di Guantánamo è stato condannato dalle commissioni militari. Nel marzo 2007 David Hicks, cittadino australiano, si è dichiarato colpevole di sostegno al terrorismo nell’ambito di un patteggiamento che prevedeva la fine della sua reclusione in custodia statunitense, già durata cinque anni, e il rientro in Australia, dove sta scontando altri nove mesi di detenzione. Nel novembre 2007, tre detenuti sono stati incriminati per essere processati dalle commissioni militari.
La campagna “Chiudere Guantánamo, ora!” on line
Sul sito www.amnesty.it sarà possibile sottoscrivere l’appello di Amnesty International per sollecitare le autorità statunitensi a chiudere il centro di detenzione e porre fine alle detenzioni illegali nel contesto della “guerra al terrore”.
Da venerdì 11 sarà inoltre on line il sito www.chiudereguantanamo.it, contenente testimonianze sulle condizioni nel centro e approfondimenti sulla sorte degli ex prigionieri, sulla situazione dei detenuti “autorizzati per il rilascio” ma ancora bloccati a Guantánamo e sul conflitto tra l’amministrazione Bush e la Corte suprema federale Usa. Attraverso questo sito sarà possibile anche inviare messaggi di solidarietà a Sami al Hajj, giornalista della televisione al Jazeera, detenuto a Guantánamo dal 2002.
FINE DEL COMUNICATO - (Roma, 8 gennaio 2008 )
Mi auguro che molti di voi, leggendo questo comunicato, si attivino per sostenere AMNESTY INTERNATIONAL in questa Campagna di tutela dei diritti umani.
Per ulteriori informazioni e per sostenere Amnesty in tuttte le sue campagne ed iniziative, collegatevi al sito :
Grazie.
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4 commenti:
Bisogna sempre sostenere Amnesty!!!
Speriamo di non dover ricordare questo anniversario ancora a lungo!!!
Ma come? Chiudere Guantanamo?! E togliere così a questo popolo "esportatore di democrazia" questo efficacissimo mezzo di "lotta al terrorismo"??!!
Già immagino cosa risponderebbero:
"Le foto? I dati di Amnesty? Eh, a volte degli errori possono capitare, gli uomini sono tentati in continuazione dal peccato e non è facile essere ogni giorno sotto pressione combattendo sul campo il terrorismo, così a volte cedono, ma è il costo della libertà!
Cosa? Come? Anche Guantanamo è terrorismo?! Ma questo è un insulto!! Voi meritereste di vivere in un mondo in cui comanda uno solo e tutti zitti se no sono c..."
OOOOOps, c'è qualcosa che non mi torna...
sono iscritta e sostenitrice..Rete Azioni Urgenti ciaoo!
il film documentario che ho visto era sconvolgente, qualcosa di veramente incredibile.
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