mercoledì 30 gennaio 2008

Mahatma Gandhi: Il Padre della Non-Violenza.

(fonte Wikipedia)

Esattamente 60 anni fa, il 30 Gennaio 1948, a Nuova Delhi veniva assassinato Mohandas Karamchand Gandhi.
Conosciuto con il nome di Mahatma ("grande anima" in sanscrito) è stato politico e guida spirituale del suo Paese: l'India.

Uomini di tale Umanità ed Umiltà meritano di essere ricordati, per questo mi permetto di pubblicare un breve estratto (fonte Wikipedia):

"Mohandas Karamchand Gandhi in devanagari मोहनदास करमचन्द गांधी (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948) è stato un politico indiano. È anche stato un'importante guida spirituale per il suo paese. Lo si conosce soprattutto col nome di Mahatma ("grande anima" in sanscrito), nome che gli fù conferito per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore. È stato uno dei pionieri e dei teorici della satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza. La satyagraha è fondata sulla satya (verità) e sull'ahimsa (non-violenza). Con le sue azioni Gandhi ha ispirato molti movimenti di liberazione e dei diritti civili ed ha ispirato anche molte personalità(..).

Pensiero e stile di vita
Il pensiero di Gandhi relativo al satya e ahimsa fu influenzato dalla Bhagavad Gita, dal credo induista e dalla pratica della religione giainista. Il concetto di non-violenza (ahimsa) era un ideale antico nel contesto del pensiero e della visione religiosa induista, buddhista e giainista. La sua autobiografia La storia dei miei esperimenti con la verità contiene una buona descrizione della sua storia personale e dei suoi principi di vita.

Gandhi fu un vegetariano rigoroso e scrisse libri sull'argomento mentre studiava legge a Londra. Qui, in un incontro della Società Vegetariana, conobbe l'attivista vegetariano Henry Salt. L'idea di vegetarianismo è radicata profondamente nella società induista e giainista indiana. Inoltre Gandhi sperimentò svariate diete alla ricerca di una dieta minima sufficiente per soddisfare i suoi fabbisogni corporei. Con tutto ciò Gandhi godeva di un'ottima salute.

Gandhi praticò spesso dei lunghi periodi di digiuno utilizzandolo anche come arma politica. Ha però utilizzato il digiuno soprattutto nell'ambito spirituale. Infatti egli credeva che il digiuno, ma più in generale il controllo nell'assunzione di cibo, portasse all'aumento del controllo dei sensi, indispensabile per un'ascesi spirituale.

Gandhi rinunciò ai rapporti sessuali all'età di 36 anni e divenne totalmente casto sebbene sposato. In questo fu profondamente influenzato dall'idea indù di brahmacharya o purezza spirituale.

Gandhi riservò un giorno della settimana al silenzio, credendo che il parlare rompesse la sua pace interiore. Questa idea era tratta da una concezione induista relativa al potere di mouna e shanti. Durante i giorni dedicati al silenzio comunicava con gli altri scrivendo su biglietti di carta. All'età di 37 anni, per un periodo di tre anni e mezzo, Gandhi rifiutò di leggere i quotidiani affermando che il tumultuoso stato degli affari mondiali gli causasse ancora più confusione.

Al suo ritorno in India, dopo il soggiorno in Sudafrica dove era stato un avvocato di successo, rinunciò ai suoi abiti occidentali, simboli di ricchezza. La sua idea era quella di adottare un tipo di vestito che fosse accettabile anche dalle persone più povere dell'India. Sostenne l'uso dell'abito fatto in casa (khadi) e con i suoi sostenitori praticava la tessitura dei propri vestiti usando un filatoio manuale. Questo fu messo in pratica anche come forma di lotta contro l'impero britannico, da cui venivano importati i vestiti di foggia occidentale. Il filatoio a mano è inserito nel disegno della bandiera del Congresso Nazionale Indiano.

Gandhi era contro l'educazione convenzionale credendo che i bambini apprendono meglio dai genitori e dalla società piuttosto che nelle scuole. In Sudafrica, insieme ad altri anziani, formò un gruppo di insegnanti


Gandhi e la tradizione del pensiero politico rivoluzionario

Il programma politico di Gandhi fu rivolto essenzialmente all’indipendenza nazionale dell’India con un'ispirazione democratica e socialista. Questi elementi non erano innovativi dato che derivavano dalla tradizione politica europeo (nazionalismo democratico di Mazzini, socialismo libertario di Morris ecc.). La sua innovazione riguardò invece la teoria della rivoluzione.

Nell’Europa moderna è nata una teoria “classica” della rivoluzione, che si è formata con il contributo di quasi tutte le correnti del pensiero politico: quella liberale (Locke, Jefferson e i padri della Rivoluzione americana, Syeyes e i teorici liberali della Rivoluzione francese), quella democratica (Rousseau, Robespierre, Saint-Just e altri teorici giacobini; Mazzini) e quella socialista, anarchica e comunista (Babeuf, Bakunin, Marx, Lenin, ecc.).

Per quanto divergenti nei loro obiettivi politici, le teorie classiche della rivoluzione hanno in comune due componenti fondamentali:

la teoria del “diritto alla resistenza” (Locke), secondo cui è legittimo – se non doveroso – che le masse popolari si ribellino alle autorità sociali e politiche, quando subiscono una evidente e intollerabile situazione di ingiustizia (“Ribellarsi è giusto”, diceva Mao Tse Tung);
la teoria della “guerra giusta”, secondo cui il popolo ha diritto di ricorrere alla violenza rivoluzionaria, quando questa serve a correggere torti e ingiustizie molto gravi (questa teoria, con origini medievali, giustificava la violenza e le guerre).
Gandhi condivise il primo di questi due principi ma rifiutò il secondo. Anche per lui ribellarsi all’ingiustizia era un diritto-dovere dei popoli, ma era sua convinzione che l’unica forma di lotta rivoluzionaria giusta e legittima fosse la rivoluzione (lotta, resistenza, ribellione) non-violenta, da lui battezzata, con un termine derivante dal sanscrito, “satyagraha” (“forza della verità”).
(...)

L'assassinio

Il 30 gennaio 1948, in cammino verso una riunione di preghiera ecumenica, Gandhi viene ucciso presso la Birla House, a New Delhi, da Nathuram Godse, un indu radicale che ha dei legami anche con il gruppo estremista indu Mahasabha. Godse riteneva Gandhi responsabile dell'indebolimento dell'India a causa del pagamento del debito al Pakistan[8]. Prima di sparare Godse si piega in segno di reverenza di fronte a Gandhi. Dopo aver sparato cerca di confondersi tra la folla e di fuggire ma, quando si accorge di essere braccato e di rischiare il linciaggio, rallenta il passo permettendo alle forze dell'ordine di catturarlo. Nel gennaio del 1949 comincia il processo nei suoi confronti che si conclude l'8 novembre dello stesso anno con una condanna a morte. La sentenza viene eseguita una settimana dopo malgrado l'opposizione dei sostenitori di Gandhi.

In India Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e la sua data di nascita è un giorno festivo. Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della non-violenza dall' assemblea generale delle Nazioni Unite."


Una riflessione già fatta, ma che voglio riproporre:

Se questo Uomo fosse in Vita oggi, nell'era della comunicazione, quante cose potrebbe fare...



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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci ha insegnato che il mondo si può cambiare anche senza la violenza. Molti dovrebbero imparare da lui...

Lefty

Anonimo ha detto...

Uno dei fari che illuminano la strada di noi poveri viandanti sperduti...
^_^

Daniele Aprile ha detto...

mi sa che lo psiconano lo avrebbe messo a tacere :(

Anonimo ha detto...

Quella persona lì è stata grande perchè viveva in una civiltà del rispetto... adesso sarebbe calpestato

Riccardo ha detto...

Anch'io gli avevo dedicato un post, ma è ben poca cosa, come riconoscenza. Credo che il mondo non abbia ancora deciso di confrontarsi veramente con la sua figura e con la sua idea... troppo pericoloso farlo, si rischierebbe un'era pacifica...

Unknown ha detto...

Quando Gandhi iniziava una lotta contro i colonialisti inglesi, aveva la stupenda abitudine di avvertire sempre i suoi avversari. E questo lo ha reso un grande uomo oltre ogni esempio. Nella nostra storia contemporanea non c'è nessuno in grado di avvertire prima. Lo fanno dopo con il coltello.

Web ha detto...

UN VERO UOMO!

Anonimo ha detto...

Grazie per l'articolo. è veramente importante ricordare questa immensa figura per l'umanità. Peccato che molte volte si dimentica il suo lavoro, basato sulla non violenza e si arriva ai paradossi che si usa violenza per manifestare la non violenza. Ci vorrebbe un Gandhi in ogni paese ed in ogni epoca!!

Barbara ha detto...

un grande uomo, portatore di messaggi veramente importanti.

Lara ha detto...

Una grande persona, Gandhi.
Ma non credo che ora avrebbe possibilità di farsi ascoltare: ed è assurdo, giacché siamo sommersi da mass-media.... della cui onestà, però ci è dato dubitare.

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